La fine del Barcellona

Adesso sì può dire a gran voce, senza timore di essere più smentiti: è finita un’epoca del calcio.
Non riguarda soltanto il Barcellona, ma tutti gli amanti del calcio, tutti gli amanti del bello. Basti pensare a chi, con questa squadra, ha iniziato a calciare un pallone, a chi con la sua storia è cresciuto e ha vissuto la sua adolescenza, a chi è diventato uomo e non riesce a credere che i “blaugrana” siano ormai solo un indelebile ricordo.
21 anni dopo il Barcellona è al tramonto di quella che è stata una delle più belle e gloriose pagine della storia del calcio mondiale.
35 trofei in 16 anni, nell’era Messi, e pensare che nei prossimi sarà utopia poter pensare di vincere soltanto uno, fa davvero male.
È doveroso ringraziare il club che ha esportato un’idea nuova di pensare il calcio, la rivoluzione è passata da loro, da lì : gioco, spettacolo, stelle ma anche vivaio e “4-3-3” fin dalla culla.
Il Barcellona in fondo era un bambino di Milano, Nairobi, Giacarta o Rio de Janeiro che sognava e tifava per quella nave di marziani che aveva un 10 come condottiero pronto a rappresentarla e condurla alla gloria, Leo Messi.
E adesso ci si ritrova all’inferno fatto di debiti, di inesperienza, di calciatori che non sono all’altezza del peso di quella maglia.
“Ci hanno sottomesso. È la dura realtà. Ho detto ai giocatori che da oggi inizia una nuova era”.
È in queste parole pronunciate da Xavi Hernández che riponiamo la fiducia di tornare a sorridere e divertirci guardando quella squadra che tanto abbiamo odiato da avversari e tanto abbiamo amato da inguaribili romantici del “fútbol”.

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